Alberto BURRI - Sacco (1954)

 

Sacco
1954
Tela ruvida, lino, olio e oro su tavola (33x38 cm)
Collezione privata

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Un materiale consumato dal tempo e buttato via come un rifiuto, lacerato e disfatto, è stato ricucito e dipinto.
Laureato in medicina, Burri iniziò a lavorare come medico maneggiando bende insanguinate e suturando ferite durante la Seconda Guerra Mondiale, e forse queste prime esperienze influenzarono la sua futura carriera d'artista.
Qui la grossolanità del materiale usato e la violenza con cui è stato strappato creano una potente tensione tra bellezza e decadimento.
L'opera rispecchia la filosofia dell'arte informale, movimento artistico formatosi dopo la guerra, che sviluppò un'arte astratta rifiutando l'idea convenzionale di composizione e ricercando in nuovi materiali un'originale forma espressiva.
I lavori di Burri mostrano il fascino che subiva nei confronti di diversi materiali e di diversi mezzi artistici. Realizzò poi una serie di opere molto ricercate dai collezionisti, costituite da legni carbonizzati, lastre di ferro e plastica, bruciati o squarciati con la fiamma ossidrica.

Artisti a confronto: Dubuffet, Fautrier, Riopelle, Still, Tàpies

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