Jean Michel BASQUIAT - Senza titolo (1984)

 

Senza Titolo
1984
Acrilico, serigrafia e pastelli a olio su tela (223,5x195,5 cm)
Proprietà di Jean-Michel Basquiat

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Un fondo policromo dà ospitalità a figure primitive, frasi sparse apparentemente senza senso e formule scientifiche. L'effetto ottenuto è una vera e propria cacofonia visiva di colori e forme.
Non è un caso che le figure più primitive in Basquiat si esprimano prevalentemente attraverso il linguaggio dei graffiti.
Quest'opera ci racconta la New York sotterranea, dove nella più totale libertà e promiscuità si incontrano mondi diversi e contrastanti. Siamo di fronte alle origini dell'artista che affondano nella cultura multietnica e nella musica hip-hop; qui tutti sembra riflettere la frenesia e il caos della vita di strada della grande metropoli divenuta il centro del mondo.
Basquiat apparteneva ad un gruppo eterogeo di artisti chiamati graffitisti, la maggior parte di loro operavano sui meri della metropolitana di New York; lo stesso Basquiat ha imbratto spesso i muri delle vie pubbliche delle città.
Negli anni Ottanta divenne famoso, anche grazie all'aiuto di Andy Warhol; la sua popolarità esplose e la sua breve esistenza stroncata dalla droga fermò il suo percorso artisti alla prematura età di ventisei anni.

Artisti a confronto: Dubuffet, Gaudier-Brzeska, Rauschenberg, Twombly


Commenti

  1. Basquiat si definiva "analphabet artist", ma i suoi lavori hanno una potenza emotiva unica!

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    1. Credo che siamo di fronte ad un'ulteriore conferma del fatto che non si debba essere stati "alfabetizzati" dall'Accademia per poter avere espressione e potenza emotiva... è una diatriba che non troverà mai un punto d'accordo.
      In questo caso concordo con te sulla sua strabiliante forza d'espressiva!

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  2. Una tecnica mista che nel caos mi piace. Riflettevo sulla passione di Basquiat di imbrattare muri e sui diversi supporti/ contesti che gli artisti scelgono per esprimere la loro creatività. Io riesco ad apprezzare quest'opera perché è su tela e me la immagino esposta nella quiete di una casa privata o in un museo su di una parete neutra. Se l'avesse realizzata su un muro, nel caos metropolitano, perché essa stessa è un mix di persone, scritte e colori non mi avrebbe colpito allo stesso modo.

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    1. In effetti uno degli aspetti più importanti dell'arte di Basquiat è proprio quello di aver decontestualizzato fatti del quotidiano come i graffiti.
      Un aspetto di per sé indecoroso, acquista un valore diverso in un museo, arrivando ad essere considerato a tutti gli effetti un'opera d'arte.
      Ora la domanda è d'obbligo: viviamo attorniati dall'arte anche nelle metropolitane o quelle manifestazioni continuano ad essere semplice e brutali imbrattamenti?

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  3. Proprio stamattina ho ascoltato alla radio un dibattito che mi ha molto colpito: l’arte ha bisogno di condivisione per essere tale o è arte anche quello che un artista produce per sé, senza che nessuno lo veda? L’ho trovato un quesito interessante e la tua domanda potrebbe contenere la risposta. Un imbrattamento diventa arte solo nel momento in cui l’artista decide di condividerlo, nel senso che decide che quell’imbrattamento è un suo messaggio? Per essere più chiara: è condivisione anche una scritta di un writer su un muro (e anche questa contiene un messaggio), ma Banksy è un artista perché è consapevole che la sua opera produrrà una reazione in chi la guarda? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.

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    1. Penso che anche ciò che un artista produce per sé sia Arte, le Pitture Nere di Goya sono uno dei migliori esempi. Sono un po' più critico sul pensiero che possa bastare la condivisione.
      L'Arte è a tutti gli effetti un linguaggio; ogni forma di comunicazione ha una grammatica da apprendere e si sviluppa per comunicare un messaggio. La scritta di un writer sul muro può essere arte qualora abbia un messaggio, una tecnica ed esprima una qualità estetica che può manifestarsi spontaneamente o attraverso lo studio.
      Banksy è un artista perché ha sviluppato un suo linguaggio e ha dei messaggi da comunicare (non sempre molto chiari); molti imbrattatori rimangono tali proprio perché non usano o hanno sviluppato un linguaggio attraverso la loro arte ma si sono limitati all'aspetto estetico.

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  4. Un bel quesito! Credo dipenda da com'e' fatta l'opera e dal gusto personale di chi la guarda. Anche in metropolitana l'arte ci sta sarebbe più fruibile da tutti e gratis ma questa tela di Basquiat la preferirei in museo. È un po' come sistemare un vaso di fiori, come sono fatti quei fiori, di che colore sono, profumano molto? Stanno bene ovunque o ci sono locali / davanzali / dove meglio valorizzarli? Io per esempio non amo i fiori recisi e quindi li lascerei fuori liberi di crescere nella terra del giardino. L'opera si sposta ma in base alla natura ha il suo posto speciale.

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    1. L'Arte, quella vera, non può basarsi solo su aspetto puramente artistico e la sua qualità non può mai dipendere dal gusto personale del pubblico.
      Credo fermamente che il pubblico sia indispensabile affinché si crei l'evento artistico; però va ridimensionato il ruolo che gli viene attribuito. In merito credo che le parole di Schopenhauer possano offrirci spunti molto interessanti: chi osserva un'opera d'arte deve riuscire a negare la sua volontà diventando puro contemplatore disinteressato.

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  5. 🤔 sì, capisco il pensiero di Schopenhauer però se contempliamo le opere, senza esprimere un parere, soffochiamo la critica che può essere costruttiva nello studio della storia dell'arte.

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