Frank AUERBACH - J Y M seduta nello studio VI (1988)

 J Y M seduta nello studio IV

1988
Olio su tela (56x51 cm)
Collezione privata

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La superficie di questo dipinto ha un'impronta molto materica, tanto da sembrare costituita da pile di giornali bagnati e compressi.
Frank Auerbach è universalmente conosciuto per la sua tecnica particolare: pennellate vorticose, quasi turbini che si incrociano sul dipinto e formano gambe, braccia e volti.
I dipinti di Auerbach non sono piacevoli da guardare e ancor meno rilassanti. L'osservatore è invitato ad entrare in un mondo di movimenti contorti, apparentemente scolpito in una sostanza simile al burro.
Il pittore è parte della School of London ma si distaccata quasi completamente dalle tendenze di questa scuola artistica, anche se va detto che è un movimento dalle scarse regole rigide.
Auerbach sembra essere uno scultore, sovrappone strati di colore, li manipola e li graffia per rimuoverli.
Frank Auerbach eredita il suo studio artista dall'amico Leon Kossoff e vi lavora con grande disciplina ogni giorno dal mattino alla sera.


Artisti a confronto: Bacon, Kitaj, De Kooning, Kossoff, Sutherland

Commenti

  1. Se tu non avessi indicato il titolo avrei fatto fatica a riconoscere l'immagine che Auerbach vuol rappresentare. Per l'artista il colore sembra più importante del tratto. Ritengo sia una tecnica originale che tuttavia richiede una più prolungata attenzione.

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    1. Il soggetto ha perso di importanza nell'Arte, l'invito che riceviamo dall'Arte contemporanea è quello di allontanarci dal tangibile per volare oltre

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  2. Penso che quadri come questi debbano proprio essere visti dal vero. L'impressione che ne ho io è di una donna prosperosa, inondata dalla luce gialla che contrasta con il colore scuro del vestito e dello sfondo. Il rilevo creato dalla tecnica usata conferisce vitalità a una scena surreale.

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    1. Interessante descrizione! L'Arte astratta si allontana spesso dalla figura e dall'oggetto rappresentato per spingersi sempre più verso un concetto generale e lontano dal tangibile, non è un passaggio facile ma è quello che si dovrebbe riuscire a fare

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  3. Comincio a guardare l'arte contemporanea senza cercare il soggetto, ma non riesco a trovare la bellezza dell'opera. Questo quadro ha uno spessore da bassorilievo e mi incuriosisce, però il contrasto dei colori non mi coinvolge.

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    1. Oltre a non cercare il soggetto, bisognerebbe anche tentare di non cercare la Bellezza, che è un giudizio che diamo a seguito di nostri pregiudizi. Bisognerebbe osservare e lasciare spazio alle sensazioni che forme e colori suscitano in noi

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  4. Trovo coinvolgente l'uso del colore giallo che sapientemente l'autore applica sia nella resa materica ,grazie a quell'effetto di spessore che rende vibrante la scena,sia come tono stilistico che conferisce lumositá all'opera.La scelta del colore giallo,cosí luminoso e applicato in modo che sembrerebbe casuale é il "filo conduttore" che mi porta ad immaginare ,a cercare ogni particolare ,a "catturare"ogni dettaglio che caratterizza l'opera nel suo insieme .

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    1. Grazie mille Eli per aver condiviso questo dettaglio con noi. Una domanda, se posso: cosa ti racconta il colore giallo?

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  5. Il giallo mi racconta e mi trasmette vitalità, forza creativa,istintiva,impulsiva,dinamica,non aggressiva ma equilibrata, voglia di osare,di emozionare ,di lasciarsi trasportare dalle sensazioni ,di suggestionare e coinvolgere con la consapevolezza che comunque ci dobbiamo confrontare con i nostri conflitti interiori e i nostri pregiudizi,che appartengono alla natura umana.Nell'opera qui trattata ,personalmente ritengo che la bellezza stia proprio nella ricerca del soggetto che ci invita ad individuarlo ad identificarlo all'interno di quelle pennellate così vigorose e dense.Sta a noi scoprirlo: il suo "anonimato" sottolineato anche dal nome dell'opera (JYM) ci rende protagonisti perché ci dá la possibitá di identificarci nel soggetto ritratto,con tutte le emozioni soggettive.

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    1. Grazie per aver condiviso questa visione così interessante!

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