Pieter Paul Rubens - Le Tre Grazie - 1638 circa

Nel nostro immaginario comune mediterraneo le tre grazie dovrebbero essere un po' più... graziose.
Secondo i canoni estetici che ci accompagnano dall'Era dorata della Grecia Antica la Bellezza deve essere qualcosa di irraggiungibile, deve avere una perfezione tale da essere difficilmente raggiunta da chi è in carne e ossa.
Per i canoni mitteleuropei questo discorso non vale. Rubens, da buon tedesco anche se formatosi in parte in Italia, cerca la bellezza tra la carne e le ossa esistenti nell'Umanità, scegliendo il meglio offerto.
Inoltre, ricordiamoci che la società è cambiata. Le carestie sono un racconto o immagini di paesi lontani (alle quali a volte stentiamo a credere), oggi possiamo permetterci il lusso di pensare alla linea e di soffrire per essere in forma. In quest'epoca la forma più desiderata era quella rappresentata perché permetteva la sopravvivenza in caso di carestia ed era comunque un simbolo tangibile di opulenza e di benessere anche economico.
Come ben sappiamo il senso estetico cambia con le epoche ed è così curioso riscoprirlo e confrontarlo.

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