Jan Fabre - Pietà V - 2011

Fra gli aspetti più interessanti della Storia dell'Arte vi è, senza alcun dubbio, il percorso evolutivo. Ogni artista e ogni movimento (ormai tristemente estinti) si propongo via via come un miglioramento di ciò che si è manifestato prima, come un'attualizzazione di ciò che è stato detto ad una società che usava un linguaggio diverso dall'attuale e con concetti decisamente ben differenti.
Il panorama artistico attuale è colpevole di una forte ed incisiva carenza di conoscenze. La tecnica non viene più coltivata duramente, la conoscenza del classicismo è considerata inutile e obsoleta, è come se gli artisti contemporanei (almeno la maggior parte) si rifiutassero di arrampicarsi sul Parnaso ma fissassero l'inizio della loro attività artistica direttamente dalla cima del monte. Fabre ci mostra una buona capacità di copiare il Sommo Michelangelo e di attualizzarlo nella società odierna.
Semplice plagio e copiatura che donata scarsa fantasia? O magari siamo di fronte ad uno studio dei grandi e ad un'attualizzazione del messaggio in una cultura che è sempre meno religiosa ma pur sempre piagata dalla sofferenza?
Il Bello o il Brutto sono canoni soggettivi, non esistono metri standard che possano stimare il livello di Bellezza o Bruttezza, fortunatamente... rimane un concetto basilare per essere artisti, osare... non scandalizzare, ma osare...

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