Lucio Fontana - Concetto Spaziale, Attesa - 1965

Tutti noi viviamo una realtà fatta di emozioni, moti e movimenti, tre dimensioni, staticità e dinamismo. Pare non vi sia linguaggio artistico che possa essere considerato Realtà... se si hanno le tre dimensioni, manca il movimento, se vi è il movimento mancano profumi, se vi si hanno i colori e plasticità manca la tridimensionalità.
Lucio ha speso parte della sua vita a ricercare la forma perfetta di arte dove tutti gli aspetti della realtà potessero essere rappresentati, ed è proprio per un moto d'ira davanti all'impossibilità di far esplodere l'Arte nella Realtà, in un tentativo estremo e disperato, che prese il taglierino e diede forma al suo linguaggio artistico più famoso e controverso.
Il taglio è molto di più di un segno, è il sentimento di inadeguatezza che si imprime sulla tela, è la porta attraverso la quale la Realtà può entrare nell'Arte o attraverso la quale l'Arte può entrare nella Realtà.
Il taglio è forse l'arrivo del cammino di ricerca di Lucio. Rimane il fatto che davanti ad un taglio, che ci trasmette ancora la pressione della lama e lo scatto del braccio, possiamo trovare la forza di osare e di squarciare il velo che ci incatena e darci quella libertà di espressione, che oggigiorno sia l'Arte sia l'Uomo Comune hanno smesso di cercare... ma che inconsciamente proviamo. Osare per cercare la nostra dimensione e qualora sbagliassimo possiamo sempre ripercorre il sentiero a ritroso e provare una nuova direzione.

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